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AL VIA ANCHE NELLA NOSTRA DIOCESI L’ORATORIO CUP DI CALCETTO GIOVANILE

Prende il via il 15 Febbraio a Gaeta, l’Oratorio Cup 2014, torneo nazionale di calcetto giovanile del Centro Sportivo Italiano. La categoria Under 14 convergerà nella Junior Tim Cup – organizzata da CSI e Lega Serie A – che  si è aggiudicata il Best Practice Awards 2013 nella categoria Social Responsibility: premio assegnato dall’EPFL che riunisce le leghe di calcio professionistico in Europa.

Alcune partite avranno un palcoscenico d’eccezione: si disputeranno infatti nel pre-partita dei match di Serie A,  mentre le fasi finali si giocheranno allo Stadio Olimpico di Roma, prima della finale di Coppa Italia. Per la nostra diocesi hanno aderito: Virtus S. Giovanni e Lorenzo di Formia, Don Bosco Gaeta, S. Paolo Fondi, e Stella Maris – S. Albina Scauri. Una folta presenza, anche grazie all’impulso di Francesco Masiello, Vice Presidente Vicario provinciale e consigliere regionale CSI della parrocchia S. Giovanni di Formia e all’entusiasmo del direttore dell’Ufficio Sport e Tempo Libero don Erasmo Matarazzo.

“L’Oratorio Cup è un percorso educativo e formativo a misura di parrocchie per piccoli e grandi, che mira alla crescita umana e cristiana di atleti, allenatori e dirigenti e che aiuta a rilanciare lo sport come strumento pastorale”, ha dichiarato Masiello, a cui ha fatto eco Davide Vitamore, Presidente provinciale CSI: “Tra le iniziative ci tengo a sottolineare: la formazione per animatori Animare per educare – Una luce nella notte 2014; l’Udienza con il Santo Padre il 7 Giugno; le finali provinciali l’8 Giugno ad Aprilia con i festeggiamenti del settantennio CSI. All’interno si svolgerà in piazza il villaggio dello sport, studiato per coinvolgere tutte le famiglie, ci sarà un momento culturale ed una bella sorpresa finale”

 

Articolo comparso su “‘l’Avvenire” del 09/01/14

Una pista ciclabile per il lungomare di Scauri e Marina

critical mass scauri dom17nov2013Un percorso ciclabile a costo zero, ma con notevoli vantaggi per l’ambiente, la vivibilità, il turismo e la salute. E’ questa la proposta del Comitato Spontaneo per la Mobilità Sostenibile nato a Minturno, che può già contare su oltre 1500 firme di residenti motivatissimi, e che ha preparato un progetto “chiavi in mano” per l’amministrazione comunale. La raccolta firme avviene a margine di pedalate collettive, le cosiddette “Critical Mass” che coinvolgono di volta in volta sempre più cittadini.

 

Articolo comparso su “l’Avvenire” del 02/02/14

Mancoop a SS. Cosma, un modello di rinascita industriale che viene dal basso

20140118_090010“Mancoop: resistere, resistere, resistere, siempre”: la scritta riportata su un murales all’ingresso cattura la mia attenzione, mentre mi accingo a parcheggiare. Ho appuntamento con Pasquale Olivella, Presidente della Mancoop, cooperativa sorta dalle ceneri della ex Manuli (poi Evotape) e costituita dai suoi dipendenti.

Il gentile addetto all’ingresso mi offre un caffè e sorseggiando mi guardo in giro: diversi operai indaffarati entrano ed escono dalla struttura principale. Dopo dieci minuti vengo accolto con un sorriso da Olivella, insieme all’amministratore Saltarelli. “Lo stabilimento ai tempi d’oro dava lavoro a circa 500 persone, per non parlare dell’indotto”, dice amaramente. Fondata a metà anni 30 da Dardanio Manuli, l’azienda è cresciuta di anno in anno fino a diventare leader mondiale nella produzione di nastri, grazie alla qualità della sua produzione. Poi è finita in una rete di multinazionali che nel 2010, l’ha portata a dichiarare lo stato di insolvenza. Una vicenda tristemente frequente.

“La crisi finanziaria è arrivata in un momento in cui qui producevamo a pieno ritmo, e a Novara erano addirittura in attivo”, ci tiene a sottolineare Saltarelli, mentre Olivella annuisce e prosegue:“Sono stati anni difficili. Solo la Chiesa non ci ha mai abbandonato, da Monsignor Farano fino a D’Onorio, come pure don Di Vito”.

Resto colpito dal suo sguardo: è di un uomo che ha saputo trasformare la rabbia in determinazione. “Abbiamo presidiato lo stabilimento per due anni, senza stipendio, per assicurare l’integrità dell’edificio. Dopo varie assemblee, abbiamo deciso di metterci in gioco come cooperativa. Abbiamo chiesto di fittare una parte di capannoni e macchinari, e grazie all’intercessione del Vescovo, al procuratore fallimentare e al prefetto che ha creduto nel nostro piano industriale, dal primo marzo 2013 è stata avviata l’attività. Ora siamo di nuovo in gioco, senza avere la palla al piede di grossi gruppi finanziari: imprese costituite come scatole cinesi, che nascono con il solo scopo di speculare, non di produrre”. La finanza, sempre lei: dovrebbe aiutare l’economia reale, e invece la sta pian piano distruggendo.

“Ora diamo lavoro a 50 persone, e continuano ad arrivare curricula. Per non parlare del movimento di capitali che generiamo nella zona. Lo stabilimento lo stiamo sviluppando in modo eco compatibile: nei vasti terreni annessi ed inutilizzati abbiamo messo cavalli e pecore ed installeremo pannelli fotovoltaici per la produzione di corrente elettrica. In futuro, ospiteremo fiere ed eventi e creeremo un incubatore di impresa: una novità per la provincia di Latina”. Davvero un bell’esempio di rinascita che viene dal basso, di imposizione dell’economia reale, quella che produce, su quella virtuale e speculativa. Una speranza, per i tanti operai, che sono stati fagocitati dalla crisi e che ora scoprono che possono ancora rimettersi in gioco.

 

Articolo Comparso su “l’Avvenire” il 26/01/14