Femminicidio: una serie di eventi per rompere il muro invisibile dell’indifferenza.

Articolo comparso sul quotidiano “l’Avvenire” l’ 01/12/2013

di Alfonso Artone

street artist  argentina Hyuro foto di lara artone
foto di lara artone

Il 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’’ONU in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Dominicane Mirabal, che osarono contrastare il regime del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Purtroppo il fenomeno del femminicidio, drammaticamente attuale tra le mura domestiche e nei luoghi di lavoro, è figlio di una orribile cultura discriminatoria. A tale riguardo don Simone Di Vito, Parroco in S. Albina nonché Direttore dell’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro, Giustizia e pace, Salvaguardia del Creato, ha dichiarato tra l’altro: “Per scardinare il concetto di possesso e di forza, come principio fondante della società, è fondamentale il ruolo educativo della scuola e delle famiglie. Bisogna dunque abituare gli studenti sin dall’infanzia a considerare il prossimo in quanto persona, valorizzando le diversità tra uomo e donna. Anche nell’orizzonte sociale della Chiesa i ruoli vanno distribuiti in maniera equa pur salvaguardando i principi fondamentali. Vanno riconosciuti alle donne l’esercizio della possibilità di governo e ruoli chiave. D’altronde già nel Vangelo – scritto duemila anni fa in una realtà dove la donna non beneficiava di alcun diritto nemmeno elementare, ed era considerata oggetto di proprietà – leggiamo degli atti di estrema modernità da parte di Gesù il quale, contravvenendo alle leggi giudaiche, si fermava a parlare pubblicamente con le donne, creando non poco scandalo”. Numerosi gli incontri tenuti in tutta l’Arcidiocesi di Gaeta: a Fondi si è tenuto il dibattito “I fiori si coltivano, non si calpestano. Donna: un universo da rispettare”; a Castelforte, presso l’istituto “A. Fusco”, si è tenuto il dibattito organizzato dal Comune “Violenza sulle Donne”; a Gaeta il “Cantiere Democratico” in collaborazione con il Comune ha indetto il convegno Esami e interventi della legge sul femminicidio, modalità organizzative e di prevenzione sulla violenza di genere, propedeutico alla creazione di un laboratorio tra gli Istituti scolastici della provincia. La città di Formia ha proposto un cartello di iniziative e convegni. Clide Rak, Assessore allo Sviluppo Economico, Politiche del Lavoro e Progetto iFormi@, ha dichiarato: “Il nostro intento è stato di favorire un percorso di eventi che congiungono il 20 novembre, giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a quella del 25. Accanto a ciò abbiamo attuato azioni concrete come l’adesione alla campagna dell’UDI, con una delibera contro i messaggi pubblicitari sessisti o violenti e promuovendo un protocollo d’intesa per contrastare il fenomeno della violenza su donne e minori, che sarà firmato da moltissimi enti ed associazioni tra cui anche la Caritas Diocesana”. Nel contesto del vasto cartello di eventi svolti ricordiamo: i convegni e dibattiti a cura della FIDAPA di Minturno Formia e Gaeta, dell’istituto Mattej, di Emergency Formia con Amnesty International e della CGIL con SPI Formia; la mostra presso la torre di Mola a cura di International Inner Wheel Clud; la presentazione del libro “Nessuna più. Quaranta scrittori contro il femmincidio”, a cura della Libreria di Margherita; e ancora: il concerto della cantante Valentina Ferraiuolo, che ha proposto brani tratti da “Volto di donna”. È stato infine scoperto il nuovo “monumento urbano” della street artist argentina Hyuro, nota nel mondo per le sue straordinarie creazioni pittoriche volte a “Rompere la prigione invisibile dell’indifferenza”

 

Stop al biocidio: un fiume di proteste

Articolo tratto dal quotidiano “l’Avvenire” del 25 Novembre 2013

di Alfonso Artone

patrizia cervone
foto di Patrizia Cervone

Il 16 Novembre un imponente corteo si è snodato per le vie di Formia: un vero e proprio “affluente” del fiume in piena che ha attraversato le vie di Napoli a seguito delle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, sulla presunta e inquietante presenza di rifiuti tossici interrati. Partecipavano molte associazioni e comitati, tantissima gente comune e pochi politici senza distintivo. Molti gli striscioni: “Ho un sogno: morire di vecchiaia”; “La camorra uccide senza sparare”; “Stop al biocidio”; “Siamo tutti avvelenati”. Ma soprattutto, il corteo è stato caratterizzato da lunghi momenti di silenzio. Un silenzio urlato che pretendeva risposte.

“I poteri perversi hanno distrutto le nostre terre, le nostre colline e il nostro mare, ma c’è anche la nostra corresponsabilità.” – hanno dichiarato gli organizzatori – “Questa manifestazione deve segnare una presa di coscienza e sostenere coloro che lottano per questa terra. Vogliamo sapere la verità sugli interramenti di fusti tossici nel territorio, sulle discariche e sugli scarichi illeciti. La verità sull’incidenza dei tumori e sull’incidenza della criminalità organizzata sulle criticità ambientali nella zona del sud pontino!”

Intanto a Minturno, il 14 scorso, si è tenuta una riunione tra tutti i Sindaci dell’area aurunca volta a stipulare un patto per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini. Come ha dichiarato don Simone Di Vito, Parroco in S. Albina nonché Direttore dell’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro, Giustizia e pace, Salvaguardia del Creato: “Coltivare e custodire il creato: è un´indicazione di Dio data non solo all´inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del Suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti. I cristiani non possono fare da spettatori ma devono impegnarsi secondo le competenze e le responsabilità per ridare al territorio le caratteristiche ad essi donate dal Creatore”

il Ponte delle Parole

PONTEIl PONTE delle PAROLE

di Pino De Renzi

Quando, come e dove un uomo, anzi un ragazzo sempre sorridente come lo è Alfonso Artone, DIVIENE scrittore?
Quando pubblica il suo primo racconto? O il suo primo libro? Quando è pubblicato da un GRANDE editore?? Quando ha finalmente successo? O quando viene ‘riconosciuto’ come tale dalla ‘società’ ?
Quando, precisamente, Alfonso ha potuto fregiarsi del titolo degli dèi? Degli dèi, certo, perché l’uso della parola non è per tutti.
C’è chi per esempio le parole le spreca.
C’è per esempio chi, non sapendo che sentimenti esprimere oltre alla facile detrazione e alla discussione razzolante delle galline che beccano l’aia, usa le parole non per esprimere meraviglia davanti ad un libro che nasce ma solamente – sola mente – distacco e sufficienza.
Se la sono davvero mai posta costoro, vostro Onore, la domanda fondamentale di questo processo alle intenzioni?
Quando, un uomo si ‘sente’ Scrittore?
Io lo conosco, quel momento. Lo conosco benissimo.
Ci si sente scrittori quando in un momento preciso della vita si comprende che ciò che scriveremo noi non lo scriverà mai nessuno. O lo scriviamo noi, quel racconto, quel libro, quel verso, o non lo farà mai più nessuno.
Uno scrittore è un ponte sull’eternità, direbbe Richard Bach: è un ‘qualcuno’ che si prende l’onere di costruire e raccontare le storie di altri e per gli altri.
Il primo romanzo che ho letto di Alfonso era un ponte sulla morale, sull’amore e sulla coscienza. Il suo secondo libro di fantascienza è un ponte sul tempo e so, ma non rivelo ancora nulla, che Alfonso sta scrivendo e costruendo un altro ponte tra padrI e figli, tra nonni e nipoti, tra genti diverse eppure simili.
Per poter costruire un ponte, però, bisogna avere ben chiaro le sponde che si vuole unire. Bisogna avere un’idea, un progetto, un sogno.
Ecco: è questo il momento in cui uno comincia a sentirsi scrittore. Quando capisce che le sue parole non sono più solo proprie ma di tutti.
Poco importa se le scrivi nel sottosuolo come Dostojevski o se le pubblichi in e-book a 50 centesimi. Poco importa se le pubblicizzi da te o se le affidi alla corrente di un fiume.
A me interessa che le parole non siano sprecate e che si sia avuto il (bi)sogno di scriverle. Non importa quanto sia venduto un libro. Non importa quanto sia ‘riuscito’. Importa che tu abbia avuto il coraggio di pensarle e di donarle agli altri. Anzi, di restituirle, visto che le parole, come la vita, non sono del tutto nostre.
Io credo che Alfonso quelle parole le abbia sentite dettate dentro di sé. Ed è da quel preciso momento che Alfonso può dirsi scrittore.

i Libri di Alfonso Artone

Scrittore e Direttore Aquadro Talent School