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S. Albina, il 14 Dicembre dibattito sulle orme di don Maurizio Patriciello.

“Lo Stato dovrebbe essere per noi come un padre. Ma ci ha tradito” ha ribadito in una affollatissima S.Albina don Adriano Police, parroco nella terra dei fuochi. “Per anni ci siamo autoaccusati: ma ora abbiamo imparato a diffidare di chi parla di rifiuti solidi urbani evitando di parlare di rifiuti tossici. E di chi ora chiede milioni per bonificare terre che non possono essere più bonificate.” Secondo don Adriano è fondamentale: “mappare i terreni, per capire dove e come ripartire; fare un registro dei tumori: basta un giro al Pascal per capire qual è il triangolo della morte; dialogare con le istituzioni: è snervante ma fondamentale.” Durante il dibattito l’Assessore all’Ambiente di Minturno, avv. Lepone, ha affermato: “Quando ho sentito le dichiarazioni di Schiavone,ho capito che un comunicato stampa non bastava: bisognava chiamare i Sindaci a raccolta, far firmare loro un patto. Lo abbiamo fatto, e con loro siamo andati in Procura a chiedere risposte. Ma è solo l’inizio.”

 

Articolo comparso su “l’Avvenire” del 14/12/13

Stop al biocidio: un fiume di proteste

Articolo tratto dal quotidiano “l’Avvenire” del 25 Novembre 2013

di Alfonso Artone

patrizia cervone
foto di Patrizia Cervone

Il 16 Novembre un imponente corteo si è snodato per le vie di Formia: un vero e proprio “affluente” del fiume in piena che ha attraversato le vie di Napoli a seguito delle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, sulla presunta e inquietante presenza di rifiuti tossici interrati. Partecipavano molte associazioni e comitati, tantissima gente comune e pochi politici senza distintivo. Molti gli striscioni: “Ho un sogno: morire di vecchiaia”; “La camorra uccide senza sparare”; “Stop al biocidio”; “Siamo tutti avvelenati”. Ma soprattutto, il corteo è stato caratterizzato da lunghi momenti di silenzio. Un silenzio urlato che pretendeva risposte.

“I poteri perversi hanno distrutto le nostre terre, le nostre colline e il nostro mare, ma c’è anche la nostra corresponsabilità.” – hanno dichiarato gli organizzatori – “Questa manifestazione deve segnare una presa di coscienza e sostenere coloro che lottano per questa terra. Vogliamo sapere la verità sugli interramenti di fusti tossici nel territorio, sulle discariche e sugli scarichi illeciti. La verità sull’incidenza dei tumori e sull’incidenza della criminalità organizzata sulle criticità ambientali nella zona del sud pontino!”

Intanto a Minturno, il 14 scorso, si è tenuta una riunione tra tutti i Sindaci dell’area aurunca volta a stipulare un patto per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini. Come ha dichiarato don Simone Di Vito, Parroco in S. Albina nonché Direttore dell’Ufficio della pastorale sociale e del lavoro, Giustizia e pace, Salvaguardia del Creato: “Coltivare e custodire il creato: è un´indicazione di Dio data non solo all´inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del Suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti. I cristiani non possono fare da spettatori ma devono impegnarsi secondo le competenze e le responsabilità per ridare al territorio le caratteristiche ad essi donate dal Creatore”